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Agosto 2016
DALLA TERRA DI NESSUNO
Cronache di guerra tra Caporetto e il Piave
Di e con Ricky Bizzarro e Daniele Ceschin. Produzione Arci Treviso

Martedì 27 Settembre, ore 21.00, a Falzè di Trevignano (TV) presso il Teatro Comunale, via Puccini 1 torna il recital Dalla terra di nessuno. Cronache di guerra tra Caporetto e il Piave. 

Lo spettacolo, scritto dal musicista Ricky Bizzarro e dallo storico Daniele Ceschin, prodotto e curato dall'Arci di Treviso, ha fatto il suo esordio a Casier (TV) a settembre 2015, con buon riscontro di pubblico, giudizi positivi di critica e numerose repliche con richieste da parte di Comuni, Scuole e Associazioni, da Casier a Monastier, da Treviso a Dolo, da Preganziol a Paese, da Farra di Soligo a Falcade fino ad Arsiero (VI). La novità per l’Estate 2016 è stata la messa in scena del recital Dalla terra di nessuno direttamente nei luoghi tra i più significativi della Grande Guerra: nove paesi della Linea del Piave.

I racconti di guerra e di trincea dello storico Daniele Ceschin s'intrecciano ai canti di trincea – da Ponte de Priula a La tradotta che parte da Torino, da Fuoco e mitragliatrici a La leggenda del Piave -, in un’inedita rilettura musicale di Ricky Bizzarro, accompagnato dalla violoncellista Laura Balbinot.


Dalla Terra di Nessuno. Cronache di guerra tra Caporetto e il Piave
Storie di soldati in rotta dall’Isonzo verso il Piave: attraversano città, paesi, ponti e in pochi giorni raggiungono il Piave, la nuova linea del fronte. Ma chi sono i responsabili della sconfitta? I fanti “pidocchiosi” o i napoleoni dello Stato Maggiore?
Assieme ai soldati, migliaia di civili che scappano verso un destino ignoto. Sono i borghesi, i “siori” che avevano sempre gridato “Viva la guerra”. Chi non riesce a passare l'ultimo ponte, resta chiuso nella prigione dell'occupazione militare. Molti conoscono la violenza delle truppe occupanti, ma sono peggio i "todeschi" o gli austriaci? Per tutti c’è la fame e di fame si muore.
Migliaia di donne friulane e venete vengono violentate dai soldati e le terre occupate, e poi liberate, si popolano dei “figli del nemico”.  Sullo sfondo i bagliori delle battaglie sul Grappa e sul Piave, dell’offensiva finale che porta a Vittorio Veneto. I fanti italiani – contadini, braccianti, cafoni, pastori, operai – conoscono la guerra moderna e la affrontano con mezzi inadeguati: i primi mesi non hanno nemmeno gli elmetti. La rigida disciplina militare imposta dal generale Cadorna culmina in centinaia di fucilazioni.
Si combatte in un buco chiamato trincea che annienta e polverizza i corpi, li priva della carne e persino del nome. Si cominciano a contare i morti: 533 per ogni giorno di guerra. Ma per la retorica nazionale sono soltanto caduti da ricordare con i monumenti e da fissare su una lapide.
Molte delle storie narrate ruotano attorno al fiume Piave che a partire dal novembre del 1917, dopo la catastrofe militare di Caporetto, diventa il baluardo delle speranze dell'Italia in guerra.
Ci sono i soldati che attraversano gli ultimi ponti sul fiume, poi “sacro”, per “resistere, resistere, resistere”.
Ci sono i civili che fuggono per paura, per convenienza, perché lo impongono i comandi militari. «Profughi ovunque! Dai lontani monti».
C’è il Piave, con le sue miserie ed eroismi, con l'acqua che cresce e cala, che non si colora di rosso, ma s'impregna di morte.
Ci sono infine i morti, quelli che non tornano. Quelli che rimangono sul Piave o sepolti nei piccoli cimiteri di guerra o immersi nella calce delle fosse comuni. Salvo poi essere inghiottiti dal culto patriottico dei “caduti”.

La novità di Giugno/Luglio 2016, i luoghi della Grande Guerra: "LA LINEA DEL PIAVE"
La novità per l’Estate 2016 è stata la messa in scena del recital Dalla terra di nessuno. Cronache di guerra tra Caporetto e il Piave direttamente nei luoghi più significativi, e a tempo stesso simbolici, della Grande Guerra: i paesi della Linea del Piave.
Seguendo il percorso dell’estrema e disperata linea di difesa dell’esercito italiano tra il 1917 e il 1918, dopo la disastrosa rotta di Caporetto, lo spettacolo si è tenuto tra metà giugno e fine luglio 2016 a Segusino, Vidor, Sernaglia della Battaglia, Spresiano, Maserada sul Piave, Giavera del Montello, San Polo di Piave, Breda di Piave, per culminare a Vittorio Veneto, la “città della Vittoria”, zig-zagando tra sinistra e destra del fiume “sacro alla Patria”, nei teatri di guerra e nei luoghi della memoria.
Tenendo ferma l’unità di luogo e di tempo, lo spettacolo Dalla Terra di Nessuno ha messo in scena questa sorta di “tragedia mondiale” a partire dalla seconda metà di giugno fino a fine luglio 2016, in nove tappe – lungo le rive del Piave, davanti ai monumenti e ai sacrari eretti a memoria dell’immane tragedia - che scandiscano lo snodarsi dell’ultima linea di difesa tra i Comuni rivieraschi e le località che furono teatro di combattimenti cruenti e sanguinosi.
Il progetto La Linea del Piave è stato reso possibile grazie all’adesione e al contributo decisivo dei Comuni di Segusino, Vidor, Sernaglia della Battaglia, Spresiano, Giavera del Montello, Maserada sul Piave, San Polo di Piave, Breda di Piave, Vittorio Veneto; di Associazioni come Legambiente e Anpi del Vittoriese, BredaLab, Sassi del Piave e Da Ponte a Ponte, e a sostenitori privati entusiasti, come le aziende Casa Roma di San Polo di Piave e Fassa Bortolo di Spresiano. (Sabato18 Giugno, ore 21.00 - Breda di Piave, Palestra Scuole Elementari Saletto; Domenica 19 Giugno, ore 21.00 - Falzè di Piave, Anfiteatro al Passo Barca; Giovedì 23 Giugno, ore 21.00 - Salettuol di Maserada sul Piave; Martedì 28 Giugno, ore 21.00 - Vidor, Abbazia di Santa Bona; Mercoledì 29 Giugno, ore 21.00 - S. Polo di Piave, Azienda Agricola Casa Roma; Sabato 16 Luglio, ore 21.00 - Vittorio Veneto, Loggia del Museo della Battaglia; Lunedì 18 luglio, ore 21.00 - Segusino, Corte Finadri; Mercoledì 20 Luglio, ore 21.00 - Giavera del Montello, Villa Wassermann; Domenica 24 Luglio, ore 21.00 - Spresiano, Piazza Luciano Rigo).

Gli interpreti
Ricky Bizzarro musicista, autore, scrittore. Fondatore e leader della rock band Radiofiera. Editorialista del quotidiano “La Tribuna” di Treviso.
Organizzatore di eventi. Figura pubblica attiva nel dibattito culturale della sua città.
Daniele Ceschin storico, autore e curatore di numerosi volumi sulla Prima guerra mondiale, ha pubblicato il libro Gli esuli di Caporetto. I profughi in Italia durante la Grande Guerra (Laterza 2006 e 2014) e, assieme a Mario Isnenghi, ha curato il volume La Grande Guerra: dall’Intervento alla “vittoria mutilata” (Utet 2008).
Laura Balbinot ha conseguito il Diploma Sperimentale in violoncello presso il conservatorio “Francesco Venezze” di Rovigo. Svolge attività concertistica in diverse formazioni, affrontando un repertorio che va dal Barocco all'improvvisazione radicale. Collabora con numerose orchestre, esibendosi in teatri e sale da concerto in Italia e all’estero.